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Il Reiki è spesso frainteso e circondato da miti che lo allontanano dalla sua vera natura. In questo articolo voglio fare chiarezza, sfatando alcune idee errate e offrendo una visione autentica e accessibile di questa pratica di guarigione energetica.
1. Il Reiki non è una pratica fatta di regole rigide o segreti iniziatici
Nel Reiki non esistono imposizioni.
Agli studenti non viene chiesto di seguire indicazioni arbitrarie solo perché “l’insegnante lo dice”. Nessun praticante Reiki ha il compito di dare consigli su alimentazione, abbigliamento o diagnosi mediche. L’insegnante non “dà” potere a nessuno, perché il Reiki lavora con ciò che già risiede dentro ognuno di noi.
Un vero insegnante di Reiki non giudica né nega l’esperienza individuale degli altri. Il percorso è personale, e ogni sensazione è valida.
2. Non c’è “imposizione” delle mani: solo trasmissione di energia
La parola “imposizione” può creare confusione. In un trattamento Reiki, le mani del praticante possono essere appoggiate delicatamente sul corpo, oppure mantenute a pochi centimetri di distanza. Non c’è coercizione, né azione fisica invasiva. Anche durante i corsi o le attivazioni, tutto avviene nel massimo rispetto del ricevente.
3. Il Reiki non fa ammalare: sostiene i naturali processi di purificazione
Un altro mito da sfatare è che il Reiki possa causare malessere. In realtà, il trattamento spesso stimola un processo di pulizia profonda, specialmente se c’è energia stagnante nel corpo. Quando l’energia si rimette in moto, si possono percepire sensazioni come formicolii, onde di calore o dolori passeggeri. Questo non è un sintomo negativo, ma un segno che qualcosa si sta sbloccando.
Pensiamo, ad esempio, a uno starnuto o a un raffreddore: il corpo sta semplicemente cercando di liberarsi da ciò che non serve più. Allo stesso modo, il Reiki aiuta a riportare equilibrio, favorendo il fluire naturale dell’energia.
4. Il Reiki non include l’“allineamento dei chakra”
Tra gli insegnamenti originari di Mikao Usui ci sono:
i Cinque Principi del Reiki,
i mantra e simboli,
le attivazioni (o reiju),
i trattamenti energetici
e la meditazione.
Altri elementi come l’“allineamento dei chakra” o pratiche di origine diversa sono spesso aggiunte moderne, nate dall’incontro con altre discipline olistiche. Sebbene possano essere utili per alcuni, non fanno parte del sistema Reiki tradizionale. Il Reiki, in sé, è un percorso spirituale già completo e profondo, senza bisogno di essere “rafforzato” da altro.
5. Il Reiki dovrebbe essere gratuito? Sì… e no
L’energia universale è gratuita, certo. Ma quando si riceve un trattamento Reiki o si partecipa a un corso, non si paga per “l’energia”, bensì per la professionalità, l’esperienza e il tempo dell’insegnante o dell’operatore. Come in ogni ambito, l’investimento personale e formativo merita un riconoscimento.
6. Reiki è energia sostenibile
Reiki è una pratica profondamente sostenibile: più lo si pratica, più ci si sente energeticamente nutriti.
Il Reiki stimola i meccanismi di autoguarigione del corpo, ma lavora anche a un livello più profondo, aiutando a risolvere blocchi emotivi e mentali.
Non è solo rilassamento: è trasformazione.
7. Reiki e scienza: un possibile ponte con la fisica quantistica
Alcuni studiosi vedono nel Reiki un’applicazione pratica di concetti legati alla fisica quantistica, come l’interconnessione tra materia ed energia. Anche se la ricerca scientifica è ancora agli inizi, è affascinante pensare che un giorno il Reiki possa essere compreso anche attraverso strumenti misurabili. Questo lo colloca nel contesto più ampio della medicina energetica.
8. Cosa aspettarsi da un trattamento Reiki
Un trattamento Reiki è solitamente un’esperienza rilassante, non invasiva e profondamente riequilibrante.
Il “ricevente” rimane completamente vestito, disteso su un lettino. Le mani del praticante vengono posizionate (o mantenute sospese) in zone specifiche del corpo, spesso in corrispondenza dei chakra o seguendo l’intuizione.
Durante la sessione, l’energia fluisce dove serve: non è “data” dal praticante, ma piuttosto “attivata” in chi la riceve. A volte si vivono esperienze interiori intense: rilascio di emozioni, visualizzazioni, o stati meditativi profondi.
In alcuni casi, si può verificare una leggera “crisi di guarigione” in cui i sintomi sembrano peggiorare temporaneamente. È un segnale che il corpo sta lavorando per ristabilire l’equilibrio.
9. Reiki è un percorso spirituale, non una religione
Il Reiki non richiede alcuna fede religiosa e può essere praticato da chiunque, a prescindere dalle proprie credenze. È uno strumento di risveglio, un mezzo per connettersi con la propria energia interiore e ritrovare armonia con il mondo naturale.
Il Reiki può davvero cambiare la tua vita
Una volta che sperimenti il flusso dell’energia universale attraverso le mani – e ne vedi l’effetto positivo su te stesso o sugli altri – diventa impossibile ignorarne la potenza.
Il Reiki non ti cambia solo fuori… ti riporta a casa, dentro di te.
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