Qual è la connessione tra Buddismo, Yoga e Mindfulness?
Mindfulness è una pratica antica con le sue origini radicate nel taoismo, nell’induismo e nel buddismo.
Le origini della pratica mindfulness possono essere fatte risalire alle origini del Buddismo, più di 2,500 anni fa, le prove sono nel Theravada che è una delle più antiche forme di buddismo. Quest’ultimo ci insegna che la vita è sofferenza e cerca prima di portare la nostra attenzione verso l’interno e poi di dirigere la nostra consapevolezza lontano da noi stessi.
Il Buddha insegnò tre scopi generali della consapevolezza:
1) Conoscere la mente,
2) Allenare la mente,
3) Liberare la mente.
In effetti, la Retta Consapevolezza fa parte del Nobile Ottuplice Sentiero del Buddismo, che è un percorso di purificazione che consente di raggiungere l’illuminazione.
Yoga significa “unità” o “unità” e deriva dalla parola sanscrita yuj, che significa “unire”. In termini spirituali l’unione è descritta come l’unione della coscienza individuale con la coscienza universale. Tuttavia, a un livello più pratico, lo yoga è una pratica che aiuta a bilanciare e armonizzare il corpo, la mente e le emozioni e molte pratiche yoga includono la consapevolezza (come suggerito anche da Swami Satyananda Saraswati nel suo libro: “Asana Pranayama Mudra Bandha”).
Buddismo, meditazione e yoga sono strettamente intrecciati e possono essere usati per completarsi a vicenda. Lo yoga o la meditazione possono essere praticati senza “abbonarsi” alla filosofia del buddismo; tuttavia, praticando una delle due, si esercitano anche molte parti della filosofia del buddismo. La mia esperienza mi ha aiutato a riconoscere che il collegamento principale tra i tre è l’attenzione ad aiutare l’individuo a diventare più consapevole, sveglio e cosciente, trovando felicità e pace in ogni momento, che nella spiritualità può essere visto come un percorso verso l’illuminazione.