Come vivere al meglio una classe di yoga asana
Praticare yoga asana non e’ solo esercizio fisico, allora che tipo di atmosfera si vive durante una lezione?
L’ambiente in cui si svolge una lezione di yoga asana e’ un ambiente sacro. Per sacro non si intende un termine religioso ma si intende il sacrum facere: sacrificare; il sacrificio e’ il compimento di una azione sacra, un azione che ha del valore e che da’ un senso a noi stessi e alla nostra vita.
E’ un ambiente dove ci si sente subito a proprio agio, grazie anche all’insegnante che precedentemente alla lezione, ha preparato la stanza rendendola accogliente visivamente ed energeticamente. Si viene accolti col sorriso dell’insegnante che invita ciascun studente a sedersi e/o sdraiarsi, suggerendo di restare in silenzio e di iniziare a portare l’attenzione al proprio respiro e al proprio corpo.
È importante sottolineare che lo yoga non è una competizione, per cui e’ fondamentale mantenere durante tutta la classe, la consapevolezza sulla propria pratica, sul proprio fisico e sul proprio respiro, senza perdere la concentrazione osservando o confrontandosi con gli altri studenti.
Per assicurarsi che la consapevolezza resti sul momento presente e quindi sulla pratica delle asana, e’ importante evitate qualsiasi tipo di distrazione, per esempio lasciare il cellulare spento o fare le domande all’insegnante alla fine della lezione.
L’insegnante accoglie gli studenti e li saluta alla fine della lezione pronunciando la parola “Namaskar” o “Namaste”, portando le mani in anjali mudra, con i pollici che toccano prima la zona del terzo occhio e poi la zona del chakra del cuore. Questo saluto viene fatto con profonda consapevolezza (non sono parole pronunciate tanto per..). Il significato puo’ essere brevemente spiegato dicendo che l’ anima della persona che saluta, riconosce e rende omaggio all’anima dell’altra persona.
Tutto questo e’ parte della mia esperienza come yogini a Londra ed sulla base del corso RajaDhiraja Yoga (200h YYT) seguito per diventare insegnante.